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L'ANNUNZIATA
L'ANNUNZIATA, UNA CHIESA DA SALVARE
A cura dell'Associazione Culturale
Testi e foto di Antonio Dipersia
UPDATE
La chiesa è stata restaurata ma resta chiusa al culto dei fedeli. Le vecchie querce, ormai morte, sono state abbattute e non sono più un pericolo, ma lasciano un grande vuoto nella memoria di chi le ha viste stagliarsi contro il cielo e fare ombra nelle calde giornate estive.
Abbiamo provato la nuova FORD KUGA. Siamo andati verso la chiesa dell'Annunziata di Salandra in provincia di Matera.
Dei suoi arredi sacri originali è rimasto pochissimo: una statua in pietra, mai datata, e attualmente conservata nella chiesa di San Rocco, in cui è difficile identificare i lineamenti della figura sacra che si voleva raffigurare.
E poi, un polittico attribuito a Simone da Firenze, una splendida "Annunciazione", che venne commissionata esplicitamente per questa chiesetta, dedicata appunto alla Madonna dell'Annunziata. Solo negli anni Settanta si è riusciti ad individuare il grande valore del polittico, e a fare in modo che tale preziosa testimonianza del passato venisse preservata dal degrado.
La chiesa dell'Annunziata in Salandra si trova a circa 3 chilometri dal centro abitato, sulla strada che porta verso la località Caporre.
Dei suoi arredi sacri originali è rimasto pochissimo: una statua in pietra, mai datata, e attualmente conservata nella chiesa di San Rocco, in cui è difficile identificare i lineamenti della figura sacra che si voleva raffigurare.
E poi, un polittico attribuito a Simone da Firenze, una splendida "Annunciazione", che venne commissionata esplicitamente per questa chiesetta, dedicata appunto alla Madonna dell'Annunziata. Solo negli anni Settanta si è riusciti ad individuare il grande valore del polittico, e a fare in modo che tale preziosa testimonianza del passato venisse preservata dal degrado.
Attualmente l'Annunciazione di Simone da Firenze, probabilmente commissionata dai Sanseverino nel XVI secolo, (fonte: R. Miglionico – “L’arte religiosa a Salandra – francescani e domenicani “, edito dall’amm.ne comunale, marzo 2001) è conservata nella chiesa del Convento di Salandra, a sinistra dell'altare maggiore. Una volta ricorreva anche una festa campestre, che aveva luogo la prima domenica di maggio, e che richiamava nelle vicinanze della chiesetta gran parte della popolazione. Particolari erano anche le usanze legate a questa festa, in occasione della quale sorgevano vincoli assimilabili a parentela nella forma del "compare di San Giovanni", un legame tra due persone che, girando per tre volte intorno al piccolo altare della chiesetta, sancivano la nascita di questo particolare atto di stima e rispetto reciproco. Ai grandi alberi circostanti la chiesa venivano legate corde per permettere ai bambini di divertirsi con improvvisate quanto ambitissime altalene, ricordo che ancora è ben nitido nella memoria di chi può vantare una non più verde età.
Fin qui il quadro idilliaco e storico.
Veniamo ad oggi.
La chiesa presenta pesanti strascichi delle sollecitazioni alle quali la struttura venne sottoposta dal sisma del 1980, con lesioni che interessano gli archi laterali e l'asse centrale della volta che sorregge la copertura. Da anni un gruppo di volontari si occupa dell'ordinaria manutenzione del tetto, ma col passare del tempo anche le più semplici operazioni sulla copertura o all'interno della chiesa sembrano essere un azzardo, un rischio.
Gli antichi archi laterali esterni sembrano anch'essi sul punto di crollare, anche a causa della progressiva inclinazione di cui si è detto, mentre uno di essi è già stato distrutto. Ma non se ne sono dispersi i resti, nella speranza di poterlo ricostruire quanto prima.
Gli alberi, altra dolorosa questione.
Qualche quercia secolare è stata fatta seccare scalpellandone la base e legando poi degli stracci imbevuti di gasolio. Ormai queste querce sono solo un pericolo per la chiesa, e vanno tagliate. Niente più altalena, ma solo legna da ardere, grazie all'opera del delinquente che ha fatto in modo che la prospettiva di questa chiesa cambiasse. Non ci saranno chiome verdi dietro la chiesa, o almeno non quelle degli alberi secolari fissi nella memoria di tutti.
A questo punto chiediamo l'aiuto e la collaborazione di tutti affinchè questo scempio finisca, e si possa intervenire prima che tutto vada in malora, come è già successo per le antiche case contadine che affiancano la chiesa, ormai ridotte ad un cumulo di macerie.